Nel DL Sostegni bis sono previste misure volte ad abbattere le spese per gli acquirenti di immobili under 36.
Tra gli incentivi esenzioni dalle imposte di registro, ipotecaria e catastale e il credito di imposta sull’IVA nel caso di acquisto da un’impresa.
L’obiettivo è quello di favorire l’autonomia abitativa dei giovani e consentire loro di acquistare un’abitazione anche nel caso in cui non si disponesse della somma necessaria per anticipo e spese accessorie.
Si deve tenere in considerazione che il 30% delle persone che chiedono un mutuo ha un’età compresa tra i 26 e i 35 anni, il 3,4% meno di 25 anni.
Le misure del decreto Sostegni bis valgono fino al 31 dicembre 2022 e, secondo i calcoli fatti dal Sole 24 Ore, con i nuovi incentivi sull’acquisto per un immobile di 180mila euro si potrebbero risparmiare tra i 2.800 e i 9.000 euro.
ACQUISTO CASA DA UN PRIVATO – Nel caso di acquisto di un immobile da 180mila euro tramite mutuo all’80%, con i provvedimenti messi in campo dal governo si potrebbero risparmiare circa 2.800 euro se a vendere la casa fosse un privato: verrebbe cancellata l’imposta di registro, che per la prima casa è pari al 2% sul valore catastale dell’immobile (che è 115,5 volte la rendita catastale), le imposte ipotecarie e catastali (50 euro ciascuna) e quella sostitutiva (0,25% dell’importo finanziato).
ACQUISTO DA UN’AZIENDA – È previsto il riconoscimento di un credito d’imposta come ristoro in caso di Iva pagata sul valore della casa che potrà essere utilizzato in compensazione, nella successiva dichiarazione Irpef o ai fini dell’imposta di registro nei successivi atti di donazione o successione
ACQUISTO CASA DA UN’IMPRESA – Se casa fosse venduta da un’impresa, ad esempio quando si acquista direttamente dal costruttore, sarebbe il credito d’imposta sull’Iva (4% del valore dell’immobile), rimborsato però in un secondo momento, a far crescere il risparmio per gli under 36 fino a circa 9mila euro
Garanzia statale e sgravi per i mutui
Il decreto prevede l’erogazione di un mutuo garantito dallo Stato, non solo per l’acquisto della prima casa, ma anche per costruzione e ristrutturazione, con un massimale di 250 mila euro (inclusi interventi di ristrutturazione e per il miglioramento dell’efficienza energetica).
Per tutte le richieste di mutuo garantito che arrivano al Fondo dal 24 giugno 2021 al 30 giugno 2022, per i giovani under 36 in possesso di un indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) non superiore a 40 mila euro, e che ricevono con garanzia statale un mutuo con LTV (rapporto capitale su valore della casa) superiore all’80% la misura massima della garanzia del Fondo è elevata all’80% della quota capitale (normalmente la garanzia è del 50% della quota capitale).
N.B. È sempre importante mettere a confronto le offerte di mutuo al momento presenti sul mercato.
Acquisti senza imposte per gli under 36
Altra novità l’introduzione dell’esenzione dal pagamento delle imposte in fase di acquisto.
In particolare, se compri una prima casa entro il 30 giugno 2022, e sei in possesso dei requisiti descritti, hai diritto a non versare:
- l’imposta di registro che ammonta al 2% del valore catastale della casa;
- l’imposta ipotecaria e catastale per un totale di 100 euro;
Questi sconti sono riconosciuti al momento del rogito, se la compravendita avviene tra privati.
Se invece hai meno di 36 anni e stai comprando da un’impresa devi versare comunque l’Iva del 4% sul prezzo d’acquisto, ma la cifra versata ti darà diritto a un credito d’imposta di pari ammontare da utilizzare per pagare altre imposte su atti successivi (successioni, donazioni, compravendite ulteriori o altre denunce).
In alternativa, il credito che hai maturato puoi inserirlo in dichiarazione dei redditi e recuperarlo velocemente.
Inoltre, in caso di acquisto da impresa non dovrai versare in sede di rogito l’imposta di registro, l’ipotecaria e la catastale che ammontano a 200 euro l’una per un totale di 600 euro.
Per ottenere lo sconto occorre possedere il requisito prima casa; è possibile ottenerlo anche per l’acquisto o la costituzione della nuda proprietà, dell’usufrutto, dell’uso o dell’abitazione della casa in questione.
Ricordiamo che la prima casa non è l’abitazione principale, pertanto non è necessario che chi la compra ci vada a vivere, deve però avere la residenza nel Comune in cui l’acquista e soddisfare gli altri requisiti di legge.
Sicuramente, in caso di vendita di prima casa con successivo riacquisto, il credito d’imposta maturato sul primo atto potrà esser tranquillamente recuperato tramite la dichiarazione dei redditi, visto che il secondo atto è esente.
Chi accede al bonus e quali son le categorie catastali ammesse
Quali sono i requisiti per poter accedere al bonus?
- non essere proprietari di altre abitazioni per le quali si è già usufruito di altre agevolazioni;
- non risultare intestatari, usufruttari o titolari di diritto d’uso o abitazione di altri immobili che si trovano nello stesso Comune di quello per il quale si richiede il bonus sull’acquisto della prima casa;
- essere già residenti nel Comunein cui si acquista o, al massimo, spostare qui la residenza entro 18 mesi dall’acquisto. L’alternativa è dimostrare che si lavora in quel Comune.
Per quanto riguarda le categorie catastali degli immobili ammessi, in generale sono ammesse al bonus prima casa 2021 quelle del Gruppo A che ammettono le abitazioni di tipo civile, economico, popolare e ultra popolare, rurale, i villini e le abitazioni tipiche dei luoghi (esclusi immobili classificati in A1, A8 e A9). Questo per quanto riguarda le abitazioni.
Per quel che invece riguarda le pertinenze, il bonus ammette gli immobili della categoria C2, C6 e C7.
Tuttavia, la Giurisprudenza è intervenuta aprendo, in alcuni casi, alla possibilità di poter sfruttare il bonus prima casa anche sull’acquisto di seconde case nel caso in cui la prima casa sia stata dichiarata inagibile o sia stata danneggiata da eventi sismici, oppure se c’è una comprovata inidoneità soggettiva (se quindi l’immobile non soddisfa più le esigenze abitative della famiglia o del singolo che vi abita) o oggettiva (se l’immobile è dato in affitto e non può quindi essere utilizzato dal proprietario a causa di vincoli giuridici).
Quando l’Agenzia delle Entrate può revocare il bonus prima casa
L’Agenzia delle Entrate può procedere con la revoca del bonus. Succede quando si rilasciano falsi dati nel momento in cui si registra l’atto di acquisto o quando dopo 18 mesi dall’acquisto non si è ancora provveduto a trasferire la propria residenza nel Comune in cui si trova l’immobile.
Quando il bonus decade si va inevitabilmente incontro a sanzioni e pagamenti di interessi, così come spiega l’Agenzia delle Entrate nella guida all’accesso al bonus. Bisogna pagare una sanzione pari al 30% delle imposte più tutti gli interessi di mora, oltre che la differenza tra l’imposta di registro in misura ordinaria e le imposte corrisposte per l’atto di trasferimento. Lo stesso se la cessione è soggetta a Iva.
Fonti:
tg24.sky.it
altroconsumo.it
theitaliantimes.it
calzioefinanza.it
trend-online.com